mercoledì 23 aprile 2014

Ali di tela e motori borbottanti: una serata con "Wings of Glory"

In tema di giochi ad ambientazione "aerea", dopo le molte vorticose battaglie stellari tra astrocaccia con "X-Wing", qualche sera fa abbiamo optato per un gradito ritorno all'antico e per ritmi più lenti: dopo molto tempo abbiamo ripreso in mano i vecchi biplani di "Wings of Glory".


Con i bei modelli tedeschi e inglesi e con i dettagliati tappeti di gioco ufficiali l'appagamento per gli occhi è stato davvero assicurato, e l'esperienza di gioco è stata divertente e rilassante, anche se volutamente semplice in quanto abbiamo utilizzato poco più delle regole di base.
 


Ma cosa si può dire in un confronto tra "X-Wing" e "Wings of Glory"?
I giochi sono concettualmente simili, ma alcuni particolari importanti li differenziano nettamente.
In alcuni casi tali differenze saranno dovute alla più recente progettazionme del gioco "fantascientifico" rispetto al suo fratello "storico", ma forse non è così per tutto: alcune peculiarità sono senz'altro volute e testimoniano la diversa filosofia dei due giochi, che poi riflette la estrema diversità del modello di volo che si vuole riprodurre.




La prima differenza, e quella che forse più balza all'occhio, è relativa alla "progettazione" del movimento.
In entrambi i giochi la mossa da far compiere alla propria "macchina volante" viene decisa da entrambi i giocatori in anticipo, cioè senza possibilità di variarla una volta conosciuta la mossa dell'avversario, ma le differenze finiscono qui.
In "X-Wing" i giocatori scelgono una singola mossa tra quelle disponibili sulla ghiera scorrevole, poi muovono, infine eventualmente sparano; quindi scelgono un'altra mossa e così via.
In "Wings of Glory" i giocatori scelgono tre mosse da quelle disponibili nel proprio mazzo di carte, poi muovono per tre volte alternativamente e alternativamente sparano; finite le tre mosse, ne scelgono altre tre, e così via.
Al di là delle differenze "meccaniche" (ghiera anzichè carte), la differenza sostanziale tra i due sistemi sta nel fatto che in "X-Wing" il "botta e risposta" tra mossa e contromossa avviene dopo una mossa sola, in "Wings of Glory" può avvenire dopo tre mosse.
Questa può sembrare una distinzione da poco, ma in realtà è la chiave di interpretazione delle due filosofie di gioco.
Un caccia spaziale risponde alle nuove situazioni in pochi millisecondi, un biplano della prima guerra mondiale quando imposta una certa manovra ci mette del tempo a cambiare tattica di fonte a un evento imprevisto.
Il turno di gioco singolo di "X-Wing" simula forse un secondo in tempo reale, il turno di gioco di "Wing of Glory" simula un lasso di tempo molto più esteso: senza addentrarci troppo in stime, almeno qualche secondo per ogni "carta movimento".
Da un punto di vista del divertimento, io credo che l'immediatezza "meccanica" (ghiera girevole anzichè mazzo di carte) e ludica (mossa A - mossa B - tiro B - tiro A) di "X-Wing" sia più appagante rispetto al modello di gioco di "Wing of Glory", in cui ciascun giocatore è vincolato a scegliere tre mosse (scelta che a volte necessita anche di un po' di tempo) e a non poterle più mutare in ragione delle scelte dell'avversario.
Ma, al di là del fatto che il gioco "fantascientifico" è più nuovo, c'è una ragione per non aver applicato lo stesso sistema di gioco al più vecchio "Wings of Glory"? Gli autori non ci avevano pensato o c'è dell'altro?
Io penso che gli autori abbiano fatto, a suo tempo, una scelta precisa.
A ben guardare, infatti, anche le carte di "Wing of Glory" avrebbero potuto prestarsi a un "botta e risposta" immediato stile "X-Wing": bastava che le regole indicassero di scegliere una sola carta per volta anzichè tre e le differenze tra i due sistemi di gioco sarebbero pressochè annullate.
Ma, come dicevo prima, questi vecchi biplani sarebbero stati forse troppo maneggevoli: tra pensiero del pilota e azione dell'aereo doveva passare un bel pò di tempo, quindi le mosse andavano "anticipate".
La scelta di tre carte anzichè una riflette, probabilmente, proprio questo.



Le altre differenze hanno conseguenze di minor rilievo sul gioco rispetto a quanto detto finora.
E' il caso del sistema di risoluzione dei combattimenti.
In "Wings of Glory" non ci sono dadi: se il bersaglio è a tiro, pesca automaticamente carte danno, le quali hanno un valore da 0 a, mi pare, 4; con questo sistema, semplice ma efficacissimo, si eliminano i dadi ma si lascia ugualmente all'alea la conseguenza della raffica che si spara: può andare a vuoto (danno 0) o può fare molti danni (danno 4), per non parlare dei danni speciali previsti su alcune carte.
Il sistema è semplice e veloce, ma ha un limite: non c'è differenza relativa tra i due velivoli; le differenze sono lasciate solo al differente movimento (virate più strette o più larghe, velocità più alta o più bassa, ecc.) e alla robustezza della struttura, che consente di accusare più o meno danni prima di essere abbattuti.
In "X-Wing" è diverso: le differenze tra due "astrocaccia" sono dovute al differente movimento, alla differente robustezza della struttura, ma anche alle capacità offensive e difensive, dato che i qui i dadi d'attacco e di difesa si usano.
I dadi simulano quelle differenze che vanno oltre la capacità di manovra e la capacità di incassare colpi prima di essere abbattuti: simulano la "capacità di fuoco" (cioè il volume di fuoco che il mezzo è in grado di esprimere) e i "mezzi di difesa passiva" di cui il bersaglio dispone (corazzature, sistemi antiarma ecc.).
In questo caso, la differenza in termini di giocabilità va a favore di "Wings of Glory", in cui il sistema di risoluzione dei combattimenti è più veloce, ma la maggiore complessità di "X-Wing" è giustificata?
Anche in questo caso direi che la risposta è sì.
Per quanto ne so della I Guerra Mondiale, la struttura dei velivoli era simile per tutti (legno e tela), così come la potenza di fuoco delle mitragliatrici di bordo: quello che variava era la capacità dell'aereo di incassare colpi.
Cosa ben diversa il duello tra "astrocaccia": possiamo pensare a mezzi armati più o meno pesantemente, o corazzati in modo più o meno massiccio, o più o meno dotati di sistemi antiarma.
Anche in questo caso, quindi, pur con tutte le cautele del caso, possiamo dire che la differenza tra i due sistemi di gioco ha una sua plausibile giustificazione.



In conclusione, qual'è meglio?
Entrambi hanno il loro fascino, dovuto in gran parte ai bei modelli e alle ambientazioni, ma anche alle differenti filosofie di gioco di cui abbiamo poc'anzi delineato i tratti salienti.
Per non fare il solito diplomatico "cerchiobottista", dirò che, a mio gusto, preferisco il "botta e risposta" immediato di "X-Wing", che conferisce maggiore dinamismo al turno di gioco e obbliga i "piloti" a continue scelte.